ANTONIO FARINA
Antonio Farina: Poesia minimale e giocosità nel design moderno
Antonio Farina, nato nel 1980 e con base a Milano, è un designer di prodotti e mobili noto per unire precisione a un'immaginazione poetica. Laureato al Politecnico di Milano, ha iniziato la sua carriera collaborando con aziende come Ariston e BMW mentre era ancora studente. Il suo linguaggio di design—giocoso, immaginativo e minimalista—è maturato in uno stile distintivo che rispetta sia l'integrità del materiale sia la chiarezza funzionale, puntando sempre a sorprendere e deliziare.
Tra Industria ed Espressione Artistica
Dopo aver acquisito esperienza nel design del prodotto, nell'architettura d'interni e nella visualizzazione 3D, Antonio Farina ha fondato il proprio studio nel 2010. Il suo approccio multidisciplinare spazia da mobili sperimentali a oggetti funzionali per l'uso quotidiano. Ha collaborato con un'ampia gamma di marchi innovativi tra cui Progetti, Mabele, Pirondini, Salvatori, Desta e Puree. Che lavori con produttori industriali o realizzi pezzi auto-initiati, Farina si muove fluidamente tra concetto e artigianato.
Tempo di progettazione: le icone dell'orologio a cucù di Farina
Nella sua lunga collaborazione con Progetti, Antonio Farina ha progettato alcuni degli orologi a cucù più visivamente accattivanti del marchio. Il Progetti Strong cucù cuckoo/table clock gioca con il peso visivo e l'audacia architettonica, mentre il Progetti Walls cucù cuckoo/table clock introduce narrazione ed eleganza grafica. Queste opere dimostrano la sua capacità unica di fondere lo stile moderno con il design artistico, elevando il concetto di misurazione del tempo a una forma d'arte contemporanea.
Oggetti Che Parlano—Design Che Dura
Attraverso una filosofia di design che equilibra funzionalità e immaginazione, Antonio Farina continua a ridefinire il potenziale emotivo degli oggetti di uso quotidiano. Il suo approccio ai orologi a cucù non riguarda solo il dare l'ora, ma la creazione di momenti di gioia e curiosità. Con ogni collaborazione, da Progetti a Salvatori, il suo lavoro diventa un dialogo tra oggetto, spazio e le storie che viviamo.